Parco archeologico e Antiquarium di Castelseprio
PROGRAMMA |
Sito UNESCO: Longobardi in Italia: i luoghi del potere (568-774) |
TITOLO |
Il Parco archeologico di Castelseprio : restauro della Cascina-Monastero di S.Giovanni e creazione di spazi espositivi e didattici, Restauro e valorizzazione delle strutture archeologiche e copertura del Battistero di S.Giovanni. |
COMMITTENTE |
Ministero per i Beni e le Attività Culturali
Direzione Regionale per i beni architettonici e il paesaggio della Lombardia
Soprintendenza per i beni archeologici della Lombardia |
LUOGO |
Castelseprio (VA) |
PROGETTO |
I Lotto 2004, II Lotto 2005, III Lotto 2008 |
CANTIERE |
I Lotto 2005, II Lotto 2006, III Lotto 2010 |
PRESTAZIONI |
Progettazione e Direzione Lavori |
CONSULENTI |
Foppoli Moretta e associati srl - Strutture
ing. Daniele Rapella - impianti elettrici
Ing. Andrea Pozzati - impianti termici
Arch. Peverelli e Colombo - rilievi laser scanner
Dott. Roberto Bugini, CNR Gino Bozza - indagini chimico-fisiche
Antonio De Luca - fotografo |
SUP. PARCO |
7 ettari |
SUP. MUSEO |
400 m2 |
IMPORTO DEI LAVORI |
€ 1.070.000,00 |
IMPRESE |
I lotto: Restauro: Studio CRC di Paolo Pastorello, Roma;
Archeologia: Cooperativa Archeologia Firenze;
Edilizia: C.M.R., Filo di Argenta (FE).
II lotto: Restauro: Consorzio L’Officina, Roma.
III lotto: Restauro: Studio CRC di Paolo Pastorello, Roma; Strutture metalliche: Ferromeccanica 81, Tirano (SO). |
Il Parco archeologico di Castelseprio si estende su una vasta superficie, per la maggior parte di proprietà demaniale e in parte della Provincia di Varese, ed è costituito da un pianoro sul quale insistono importanti resti di un insediamento fortificato datato a partire dalla fine del IV secolo d.C. , circondati da un’ampia superficie boscata di notevole interesse ambientale. Nel 2011 il sito è stato iscritto nella celebre lista dell’UNESCO come Patrimonio dell’Umanità insieme ad altri siti riuniti nel Progetto: “Italia Langobardorum – I Longobardi in Italia. I luoghi del potere (568-774 d.C.)”
Nel 2002, su iniziativa dell’allora Soprintendente dottor Angelo Maria Ardovino, redigemmo uno studio preliminare di interventi di restauro e valorizzazione dell’area suddividendolo in più lotti funzionali e indipendenti, che ottenne un finanziamento l’anno successivo.
Obiettivi: restauro e la valorizzazione della Cascina-Monastero di S.Giovanni e creazione di spazi espositivi e didattici; restauro delle strutture antiche; realizzazione di coperture delle strutture più delicate dal punto di vista conservativo; riassetto dell’ambiente boschivo e sistemazione dei versanti interessati da dissesti e frane.
Il I Lotto ha compreso il restauro e la valorizzazione della Cascina-Monastero di S.Giovanni.
Il procedere delle indagini, soprattutto di quelle stratigrafiche e, in seguito, di quelle archeologiche, suggerivano di dedicare un ampio spazio alla storia di quel particolare contesto creando un percorso in cui le murature e le finiture della Cascina-Monastero diventassero protagoniste raccontando in prima persona le vicende passate. Il nuovo volume, come l’intervento nella sua globalità, doveva perciò, necessariamente, essere caratterizzato dalla massima trasparenza per consentire la lettura di quell’ambiente scomparso ma la cui storia era ancora ben leggibile sulle murature stesse, dal più alto grado possibile di autonomia statica rispetto alle strutture esistenti, accostandosi ad esse e proteggendole, mantenendo un elevato grado di reversibilità, e che tenesse conto delle problematiche di sostenibilità ambientali e di risparmio energetico. Per l’intero intervento si sono quindi utilizzati materiali ad alto valore ecologico, sia per caratteristiche insite nei materiali stessi che per il loro ciclo di vita, caratterizzando le nuove aggiunte necessarie con pochi materiali in modo da uniformare l’intervento. L’edificio è stato aperto al pubblico nel 2009 su allestimento della Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia, che ha in parte modificato l’intervento e gli obiettivi iniziali.
Il II e III lotto ha compreso gli interventi conservativi su una parte delle strutture archeologiche presenti sul pianoro: la Basilica di San Giovanni, la torre della Basilica, l’Edificio VI, (II lotto) e il Battistero di San Giovanni, l’Edificio I e la Chiesa di San Paolo (III lotto). Le strutture archeologiche presentavano uno stato di conservazione differenziato che variava dal degrado molto accentuato con rischio di crolli e di perdita del documento alla semplice necessità di manutenzione periodica. La metodologia seguita per gli interventi conservativi è stata la medesima utilizzata per la Cascina Monastero: salvaguardia del dato materico, reversibilità, riconoscibilità, compatibilità chimico-fisica.